LO QUE ME GUSTA


"Lo que me gusta de tu cuerpo es el sexo. Lo que me gusta de tu sexo es la boca. Lo que me gusta de tu boca es la lengua. Lo que me gusta de tu lengua es la palabra."

Julio Cortàzar -



venerdì 13 maggio 2016

LE CARAMELLE DI PICASSO

Dormiamo ora e sogniamo oscene e perverse scie di luce, sogniamo vicoli bui e lampioni rotti.

Non accettare bon bon dagli sconosciuti, dicevano, ma tu non sei uno sconosciuto, forse.
Hai le tasche piene di caramelle e allunghi la mano col palmo aperto, rivolto verso l’alto, porgendomene tre.
Una per me,  una per te e  una per le lacrime di coccodrillo.
Ingorda e golosa, ecco come mi vuoi, perché hai visto come sono, diavolo tentatore, ed è così che mi desideri, integra e disfatta, aderente ai miei neri pensieri come un tubino elegante e sexy.
Allungo le ciglia sporche di mascara per prendere la tua offerta zuccherina, mi circondi la “Vita” e m’attiri a te.
Chi è il goloso ingordo, adesso?  Ora piove oro.
Si sciolgono i bon bon e rimangono baci appiccicosi e scurrili, turpi.
Facciamo scempio dei nostri corpi e poi li ricomponiamo come un puzzle.
Un  seno a te, attaccato ad una mano,  un cazzo a me in mezzo alla fronte a fottermi il cervello ( concetto davvero troppo sfruttato ma che rende l’idea) un braccio tuo al posto del mio così posso toccarmi con la tua mano, che lo sappiamo che così è più bello,  le tue labbra al posto delle mie si baciano sbavando, siamo  un Picasso.
Chissà se Pablo ci avrebbe dipinti così, oppure  come puttane,  come le Damoiselle d’Avignon.
Se te ne vai, torna.
Portami di nuovo i tuoi confetti e infilami in bocca cazzo e bon bon.
Perché niente è osceno veramente e  tutto diventa luce bagnata, i capelli come zucchero filato me li puoi leccare con la lingua.
Non smettere di sputare  e  di farmi mangiare le tue parole indecenti, volgari e dolci come caramelle alla fragola.


Dormiamo ancora, fino alla prossima volta,  e sogniamo ora oscene e perverse scie di luce

Ayse

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