LA MATRIOSKA
Vivo dentro, in fondo in fondo, dove nessuno o quasi ha mai il coraggio di andare, troppo buio, troppa fatica, troppo sudore, meglio restare in superficie e immaginare senza smontare, senza scavare, l’intensità è dura da trovare, come oro o petrolio, e costa sudore e determinazione.
E così eccoci qui, mi hai fatto uscire allo scoperto, ti sei tanto impegnato, eri tanto proteso che ti sei infilato dentro e mi hai trascinato, sono venuta fuori dal cuore del mio rifugio componibile, fatto di pareti di carta e di corde di canapa, una me stessa dentro un’altra me stessa, più piccola, sempre più piccola, più preziosa e nascosta, sempre più preziosa e nascosta, più spaventata, sempre più terrorizzata e spaventata di venire ancora sprecata
… ma intanto, dal mio silenzio amniotico, dentro il mio tronco di betulla intagliato, seguivo il tuo richiamo, sentivo la tua voce da lontano, scuotevo la testa e recalcitravo, temevo non avresti retto il peso e invece mi hai preso in braccio e mi ha portato in superficie, sei venuto fino alla radice e mi hai tirato fuori, mi hai portato i fiori e c’era il sole ed era accecante e sembrava quello che avevo nascosto nel mio piccolo interno io, così vivo e brillante da far male agli occhi da sembrare un gioco di specchi.
ayse
1 commento:
è sempre un piacere rileggerti.
A prestissimo
Viola
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