LO QUE ME GUSTA


"Lo que me gusta de tu cuerpo es el sexo. Lo que me gusta de tu sexo es la boca. Lo que me gusta de tu boca es la lengua. Lo que me gusta de tu lengua es la palabra."

Julio Cortàzar -



mercoledì 23 gennaio 2013

ABORTO E ARTE - ANCORA PATACHITRA




















 (Aborto 2 – patachitra)              

Frida Kahlo, Ospedale Henry Ford, 1932 o «Il letto volante»


Osservando questo patachitra in cui viene chiaramente illustrata la pratica dell’aborto, ho pensato immediatamente ad un’opera che mi sta particolarmente a cuore.  Non ho potuto fare a meno di confrontarla con il dipinto di Frida Kahlo: «Ospedale Henry Ford» o «Il letto volante» (1932).
E’ stato un collegamento automatico quello che è scattato nella mia mente per i neologismi delle due opere d’arte nell’illustrare il medesimo terribile e sofferto episodio in due modi così diversi ma comunque di potente impatto.
Mentre nel patachitra lo scopo è quello di istruire la donna sulla pratica medica, su come viene effettuata e nel metterla in guardia spiegando che assolutamente un aborto, dovrebbe essere eseguito da medici competenti,  in strutture attrezzate, nel quadro di Frida quello che colpisce e che rimane attaccato addosso è tutto il dolore, la desolazione e la sofferenza che si prova a dover gestire la perdita del proprio bambino.
Ovviamente sono dipinti nati con due intenti diversi, ma è curioso come si somiglino la semplicità delle forme e dei colori, l’immediatezza del messaggio o del sentimento che trasmettono.
Due culture differenti, due popoli diversi, quello Bengalese e quello Messicano, dove sono comunque forti le tradizioni e le usanze di rivolgersi in segreto magari a mammane e ad aborti clandestini. Li uniscono le immagini potenti che rappresentano la medesima tragedia che può colpire le donne.
In entrambi i dipinti è comunque palese che nessuno sta sorridendo, anzi, nel patachitra molte delle donne raffigurate stanno con gli occhi bassi e l’espressione mesta di chi comprende perfettamente la ferita che causerà l’atto dell’aborto nell’anima della donna.
Mi coinvolgono personalmente queste due opere d’arte e non ho potuto fare a meno di scriverne perché l’aborto lascia segni indelebili nel tempo, nel cuore di una donna che ha dovuto subirlo, sia per necessita che accidentalmente. E’ rassicurante comunque vedere come nel patachitra la donna non sia affatto sola, forse è circondata dalla sua famiglia o da amiche e questa cornice di solidale presenza, fa da forte contrasto con la solitudine e la devastazione che Frida Kahlo ha voluto imprimere nella sua tela.
Vivere da sole questa esperienza traumatica è devastante.

Anna_Ayse




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