Il signor-girino la guardò dritto negli occhi e disse con la sua voce grave:
“Perché volete addomesticarmi? Non provate a vestirmi con quella grossa protesi sul ventre! Non parlate male di me. E, per favore, non attribuitemi nessuna dichiarazione perché non faccio commenti!” La maestra ascoltò il signor-girino emozionata, accorgendosi di non voler più strapparlo dal suo foglio per metterlo nella gabbietta che aveva fatto per lui con le barriere delle sue idee. Essa ruppe una a una le barriere e liberò la Casa dal tetto a punta e il camino obliquo, il sole con un viso al suo interno, un fiore con foglie simmetriche così come una leggera sottilissima striscia di cielo fino allora accusato di non riempire tutto lo spazio. Uscirono dalla gabbietta e ritornarono tutti al loro posto sul foglio. E la maestra promise al signor-girino che non ci sarebbero più state gabbiette, mai più. Il signor-girino sorrise, rassicurato; si accorse che la maestra aveva scoperto l’Espressione, la Libertà.
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